Oggi voglio parlarvi di un libro che ho appena finito di leggere e da cui mi sono lasciata completamente trascinare: ‘Mio fratello rincorre i dinosauri‘, di Giacomo Mazzariol.
Ogni volta che devo scegliere un libro, sono solita leggerne sul retro la trama ed inoltre e soprattutto la biografia dell’autore. È dalla vita di quest’ultimo, infatti, che si capisce a fondo e si può apprezzare a pieno la storia che ci racconta. La biografia di Giacomo Mazzariol mi colpì per la sua brevità e le poche e semplici righe, finché non lessi tra parentesi la sua data di nascita riportante ‘Castelfranco Veneto, 1997‘: questo ragazzo è poco più che un mio coetaneo! E, nonostante le poche righe sulla sua vita sul retro del libro, ha saputo raccontare e raccontarsi tra le pagine del suo primo romanzo.
Più che un romanzo, infatti, il libro è una vera e propria autobiografia di Giacomo e la sua famiglia, raccontata attraverso gli occhi dell’amore e della vita.
Giacomo racconta con spontaneità ed autenticità il suo rapporto con il fratello, Giovanni, il suo “supereroe”.
Giovanni è nato con la sindrome di Down e, tra le pagine di questo libro, Giacomo ci mostra tutto il percorso del suo rapporto con lui: dalla trepidazione dei mesi antecedenti alla sua nascita, le continue domande poste ai suoi genitori sul perché suo fratello si comportasse in un certo modo o avesse un dito in meno ai piedi, dalla scoperta della parola Down e tutte le accezioni che ha nella società , dall’illogica necessità di dover nascondere suo fratello ai suoi amici negli anni dell’adolescenza e quel senso di impotenza e frustrazione quando invece di difenderlo lo ignorava, fino alla scoperta infine di suo fratello come suo migliore amico e “supereroe”.
Con una narrazione semplice, sincera, ironica e scorrevole, Giacomo è riuscito a travolgere tutti i miei sentimenti fin dalla prima pagina. Anzi, fin dalla prefazione. Una delle cose mi hanno colpito di più, infatti, è stata proprio la strofa della poesia ‘Auguries of innocence’ di William Blake che l’autore ha scelto come prima pagina:
«To see a world in a grain of sand
And a heaven in a wild flower,
Hold infinity in the palm of your hand,
And eternity in an hour.»
(William Blake)
Questa citazione racchiude tutto il messaggio del libro: riuscire a guardare il mondo con gli occhi sempre pieni di meraviglia e di emozione, proprio come Giovanni, dalla cui vitalità suo fratello maggiore Giacomo imparerà a farsi trasportare e travolgere.
Di fronte alla complessità e all’assurdità della vita e alle misteriose domande, spesso senza risposta, che comporta, la mamma di Giacomo e Giovanni ci risponde che: “L’unica cosa che si può sempre scegliere è amare. Amare senza condizioni”.
Emozionante eppur semplice, piena di amore per il fratello, è la descrizione che l’autore riesce a darci di quest’ultimo in varie fasi della narrazione, gradualmente, quasi fosse un regalo troppo prezioso da poter scartare e rivelare al mondo solo in una volta:
“Gio, tra i molti problemi, aveva un talento particolare: sapeva creare una storia diversa con ognuno. (…) Gio creava mondi.”
“Ecco, il suo modo di giocare era quello di esploratore, di un ricercatore. Sempre pronto a lasciarsi abbagliare dalla meraviglia delle piccole cose.”
“Gio era tutto, ma più di ogni altra cosa era la libertà .”
“Andare in giro con Giovanni era la cosa che più mi rendeva felice, era come camminare con una giornata di sole in tasca.”
“Giovanni è il movimento, la voglia, il sangue.”
E’ con queste frasi semplici, poetiche e cariche di amore che Giacomo ci restituisce l’immagine e il carattere di suo fratello, la sua “giornata di sole in tasca”, il suo “supereroe”, che con la sua affettuosità incondizionata e la sua attenzione ai dettagli della realtà , ci mostra la preziosità e la bellezza del dono più bello che possiamo mai aver ricevuto: la vita.
Giacomo, superata la fase adolescenziale, si rende conto che la gente ha paura di ciò che non capisce e per questo sceglie sempre la strada più semplice, che è quella di prendere in giro, non riuscendo a vedere al di là dell’apparenza, lasciandosi ingannare dai propri occhi. Ma ciò che spaventava di più Giacomo durante gli anni dell’adolescenza, era la paura di amare e il timore di non essere amato, ed è per questa sua paura ed insicurezza che pensa che nascondere suo fratello ai suoi amici sia l’unico modo per poter ricevere incondizionatamente la loro stima, quasi come le due cose non potessero avvenire allo stesso tempo: “Ma io non ci riuscivo. Perché ero io che avevo bisogno di essere amato. E volevo che i primi ad amarmi fossero i miei amici, i miei compagni. Avevo paura che se avessero saputo di Gio, avrei perso le loro attenzioni, la loro stima. Amare Giovanni ed essere amato.”
Giacomo ci rivela con sincerità ed onestà i suoi dubbi e i suoi pensieri, ma, come si accorgerà con il passare degli anni e la maturità raggiunta, l’idea di nascondere l’esistenza di suo fratello ai suoi amici non solo è inutile, ma è anche un paradosso: i suoi amici, la ragazza che gli piaceva, i suoi cari, tutti, dal primo all’ultimo, quando scoprono di suo fratello minore Giovanni non possono che amarlo ed adorarlo, e lasciarsi contagiare, proprio come lui, dalla sua voglia di vivere, la sua risata contagiosa, la sua affettuosità e il suo modo di vedere il mondo.
Una storia vera, genuina ed emozionante, che mi ha coinvolto dalla prima all’ultima riga per la sua forza ed autenticità emotiva.
Semplice e pura come l’amore tra due fratelli.
Vi lascio il link del libro, ne vale davvero la pena.
Inoltre, come ci racconta nell’ultimo capitolo del romanzo, Giacomo si è divertito a girare dei cortometraggi ironici ed originali con suo fratello, ed ha deciso di donarne uno a noi: ‘The Simple Interview’, di cui vi lascio il link.