Caro Ultimo,
Ti scrivo per dirti grazie. Grazie non solo per il concerto che mi hai regalato qualche sera fa, ma grazie per aver dato voce ai miei pensieri e sfogo ai miei sentimenti.
Sai, mi ricordi molto Tiziano Ferro, non a caso altro cantante che adoro e stimo. Dietro quel tuo fare un po’ malinconico e la nostalgia di quel qualcosa che non ti è mai appartenuto, canti il senso della realtà e la fragilità della vita.
‘Dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo’.
E’ proprio grazie a te, infatti, che riesco a sentirmi prima nonostante le mie insicurezze e paure. Non è facile vivere con i nostri fantasmi e avere paura della nostra ombra, eppure tu mi hai insegnato che la paura è naturale e che è possibile trasformare il dolore in punto di forza e coraggio. Tu l’hai fatto con la musica, anzi, più che con la musica con la poesia, perché per me le tue canzoni sono come pagine di un diario segreto che non smetterò mai di ringraziarti per aver condiviso con noi.
Ieri ho provato qualcosa che non mi era mai capitato prima d’ora ad un concerto: i brividi. Di solito il potere delle canzoni si manifesta in lacrime piene di emozione e commozione, fiumi di sentimenti esplosi e che non è facile contenere; invece la tua musica è riuscita a toccarmi il cuore nel senso letterale della parola: è diventata tangibile, presente, vicina. Ho sentito di non esser sola a combattere nel mondo ma di avere con me un compagno, un amico che pensa e sente come me, che condivide le mie ansie e paure ma che mi dà la forza di viverle fino in fondo e trasformarle in forza, unicità e valore.
Oggi voglio condividere dei versi di alcune tue poesie che mi hanno colpito molto.
‘Per i momenti di semplicità , per chi rimane e per chi se ne va, per le volte che cammino in questa strada e non so dove mi porterà ; e per chi aspetta una vita diversa, per me che avevo una stella e l’ho persa, per chi si vanta di esser forte ed io che invece incido un’altra debolezza.’
Adoro ‘Chiave‘ : mi rivedo in ogni singola riga di questa canzone e ogni volta che l’ascolto mi ricordo che esser deboli non è un difetto di fabbricazione ma la forza della vita. Ci voleva proprio qualcuno come te che incidesse qualche ‘debolezza‘; troppe volte ce ne vergogniamo e le nascondiamo dietro maschere e sorrisi, dimenticandoci di urlare al mondo che sì, siamo esseri semplici, fragili e corrotti, ma è questo il gioco della vita e noi ne vogliamo a tutti gli effetti prender parte.
‘Peter Pan‘, perché mi ricorda che c’è sempre la possibilità di volare e trovare un rifugio nei nostri sogni e pensieri.
‘Vuoi volare con me? Come Peter Pan…’
Pura poesia.
Sarà che sono del segno dei Pesci, ma io ‘vivo coi sogni appesi’, proprio come ci racconti tu in uno dei tuoi brani a mio parere più belli. E’ vero, tu l’hai scritto a sedici anni, ma io credo di esser rimasta ancora a quell’età : a volte continuo a scappare da me stessa e altre volte proprio quando penso di aver trovato le mie certezze sono loro a scappare da me. Non è sempre facile vivere coi sogni appesi, a volte sono un peso troppo grande che rischia di rendere il nostro impatto con la realtà ancora più duro e doloroso.
E’ per questo, forse, che la tua canzone ‘Mille Universi‘ in cui gridi ‘Maledette le persone che non sanno di esser sole e dopo piangono da sole’ mi trasmette un senso di pace e tranquillità nonostante forse sia l’unico tuo brano con i toni leggermente ‘aggressivi’ rispetto agli altri.
E infine non posso non citare ‘Farfalla Bianca‘: la farfalla che è in ognuno di noi, che dovremmo imparare ad ascoltare perché è bianca e innocente, pura come i nostri pensieri senza filtri ma fragile e delicata come le nostre anime.
E’ per questo che ci spetta uno dei compiti più difficili al mondo: custodire la nostra farfalla e al contempo lasciarla andare, permetterle di volare ma di non lasciare mai la terra.
La tua poesia per me è un grande augurio: l’augurio che ognuno possa trovare la farfalla che è in lui ed amarla così com’è, con le sue ali fragili e preziose.
Anche a me, sai, piace molto scrivere, ma è molto più semplice raccontare del mondo esterno a noi che dell’abisso tremendo che è in noi.
Tu riesci a mettere luce là dov’è buio, a illuminare le nostre ombre e mostrarci che esistono solo là dove c’è il sole.
Perciò grazie. Grazie per dare voce alle nostre paure e per dipingerci per quello che siamo: stelle fragili in un universo cosmico che ardono e tremano ma non smetteranno mai di brillare.