Oggi volevo condividere con voi il mio resoconto di una lettura estiva che mi ha appassionato e coinvolto molto… Il libro di cui parlo s’intitola ‘Les Mémoires d’Hadrien’ e l’autrice è Marguerite Yourcenar: avendo studiato letteratura francese, la mia professoressa mi ha introdotto questa scrittrice del 900′ nell’ultimo mese del mio ultimo anno di liceo e mi ha lasciata con la curiosità di approfondire il carattere di questa donna così audace e intelligente da essere stata la prima donna ad essere eletta all’ Académie Française.
Avendo ricevuto una cultura classica molto consistente grazie a suo padre, in questo libro, che altro non è che un’autobiografia scritta sotto forma di diario in prima persona della vita e dell’attività politica dell’imperatore romano Adriano ( 117-138 d.C.), Marguerite dimostra tutto il suo patrimonio culturale e il suo lavoro di erudita.
Grazie alle sue parole, al suo linguaggio accurato e alla sua incredibile documentazione dei fatti, questa scrittrice è riuscita a farmi affezionare al personaggio e alla persona di Adriano e ad adottarlo come esempio di vita.
Adriano, infatti, cercò sempre di conformare la sua vita alla Disciplina Augusta, cercando il giusto connubio tra intelligenza e volontà e cercando di gioire in ogni momento dei piaceri della vita senza tuttavia venir meno alle mansioni faticose e elaborate che la sua carica politica esigeva. Come egli diceva: ‘Je choississais ce que j’avais, m’obligeant seulement à l’avoir totalement et à le gouter le mieux possible.’
Mi piace pensare a quest’imperatore come ad una figura molto vicina a noi e dedita al suo popolo: egli cercò tutta la sua vita di ‘atticizzare’ e civilizzare il suo impero, di far rinascere la ormai decaduta Atene, pacificare le sue colonie, trasformare la maggior parte degli schiavi in coloni liberi, concedere alle donne il diritto di amministrare il loro patrimonio e redigere il loro testamento, così come quello di consentire al matrimonio prima di sposarsi. Egli si circondò di funzionari fidati i quali lo amarono fino alla sua morte e fondò biblioteche credendo nel potere della cultura sopra ogni cosa.
Come egli disse: ‘Je me sentais responsable de la beauté du monde’. Adriano, infatti, destinò gran parte della risosrse dell’Impero alla costruzione di opere architettoniche ed edilizie, non per ultime la ricostruzione del Pantheon, l’edificazione del Tempio di venere e Roma e della sua residenza estiva nella Villa di Tivoli, e il suo mausoleo (oggi Castel Sant’Angelo) di cui purtroppo non poté vedere completata la realizzazione a causa della sua morte.
Adriano non fu solo un abile uomo politico e personaggio pubblico, egli seppe amare fino all’ultimo giorno della sua morte: in un primo momento prese sott’ala il giovane greco Antinoo, la cui sottomissione e fedeltà all’imperatore contribuirono a instaurare un rapporto indelebile con quest’ultimo, il quale deificò il giovane dopo la sua morte e gli fece erigere una città a lui dedicata in Egitto (Antinopoli); infine, poco prima di morire, Adriano si raccomandò che nel suo testamento fosse designato il giovane Marco Aurelio e Lucio Vero ( figlio del senatore Lucio Elio Cesare, amico fidato dell’imperatore) come successori al già scelto Aurelio Antonino.
Quest’uomo non ha mai smesso di credere in noi giovani e nel potere dell’istruzione:
l’ unico potere in grado di mantenere la pace tra i popoli e assicurare la continuazione di una società ricca e civilizzata.
Come scrive Marguerite: ‘Hadrien jusq’au bout aura été humainement aimé’.